Benevol

 

Francesco Luigi Maria Benevolo non nacque, come credenza comune vorrebbe, nel carrozzone di un circo ambulante, ma assai più prosaicamente nella casa paterna a Piacenza nel 1865 e solo in seguito i suoi genitori, vista la bassissima redditività dell’esercizio commerciale che gestivano, si unirono a parenti saltimbanchi che accolsero la famigliola nella loro carovana.
Francesco, cresciuto dapprima dalla nonna materna, verso i dodici anni fu ripreso dai genitori che nel frattempo si erano messi in proprio.
Egli mal sopportò la pesante tutela paterna e dopo una grave disputa, fuggì nottetempo.

Per sette anni condusse vita nomade, con mille mestieri, fino a quando, incontrando per caso il “Teatro Bernardo Benevolo”, rientrò in seno alla famiglia e all’attività familiare svolgendovi molteplici compiti: uomo di fatica, acrobata, illusionista, clown, protagonista, di quadri viventi e, soprattutto, dell’attrazione principale, la testa di legno parlante.
Dopo il servizio militare come volontario (a quel tempo i figli unici ne sarebbero stati dispensati), ritrovò i genitori a Lione dove nel 1894, a seguito dell’attentato di Caserio al Presidente della Repubblica Carnot, gli italiani divennero “non grati” in Francia. Fu allora che egli mutò il suo nome in Bénévol, ma gli rimase un terribile accento che lo tradiva irrimediabilmente.

Benevol

Allora improvvisò un’ origine messicana e, fornito di un enorme sombrero, continuò la sua storia romanzesca di mistificatore, commediante, abile prestigiatore e ipnotizzatore, riuscendo per oltre mezzo secolo a soggiogare e interessare il pubblico con trovate stravaganti, illusioni raccapriccianti condotte con abbigliamento fantasioso e straordinaria vitalità.
Nel 1903, Bénévol possedeva un teatro smontabile, elegante e imponente come un vero teatro. La facciata, larga una trentina di metri, era costituita da tre portali: a sinistra, un grande organo; a destra una centralina termoelettrica per fornire l’energia necessaria all’illuminazione fastosa del teatro; al centro, un portale con sette gradini che dava accesso al teatro vero e proprio.
Bénévol presentava spettacoli misti nei quali entravano magia, danze esotiche, raggi X e persino il cinematografo; in seguito egli si disse anche medium esibendosi in numeri altamente evocativi quali: la danza spiritica, la mano spiritica, il tavolo rotante, ma il suo capolavoro rimase il numero della decapitazione umana, nel quale fu insuperabile per tecnica, preparazione psicologica del pubblico e interpretazione. Egli si esibì fino a tarda età, morì a Nizza nel 1939 a settantaquattro anni.